Oggi voglio raccontarvi una storia dalle strane sembianze.
Sia pervenuta per un pubblico colto
ma anche per un lettore stolto.
Traete e da soli la giusta conclusione,
l’arte si limita a mostrare
quasi mai vuol spiegare.
Quasi mai.
Nello stagno è scoppiata una guerra
non c’è più cibo in quella terra
ne per gli abitanti una casa dove abitare
per questo il rospo fu costretto a partire.
Tra le fiamme e le macerie
non sia costretto a perire.
A pochi passi dallo stagno c’era un campo di salvia
<Che fortuna mio Dio!>,
Disse al rospo la salvia:
<ti salvo io!>.
Ma poco lo voleva trattenere
Quando si vedeva le foglie mangiare.
Nessuno di aiutarlo più lo dica
continui il suo vagare con soltanto la sua fatica.
<Questo è un lungo cammino!>,
disse il rospo al campo d’ortica.
Quando con tutto il corpo,
fu nel mezzo ben servito,
senti subito un gran prurito.
Il campo d’ortica,
che sapeva cosa stava accadendo,
non disse niente,
rimase cullata dal vento.
Lì vicino crescevano al sole il basilico e il rosmarino,
che vedendo l’accaduto
Voltarono le spalle per l’essere non desiderato.
Questa scena senza fretta
il povero rospo subiva
e di gran dolore urlava.
<Non ci si può più fidare!>,
Disse il rospo prima di morire.
Mentre urlava, il petto si gonfiava,
esplodeva.
L’ortica sapeva
che solo quella di arma aveva
e per esser sempre stata tagliata
la strada al rospo tagliò.
La salvia, il basilico e il rosmarino
Sapevano bene che lo stagno era così vicino
ma si rallegrarono che non stesse accadendo a loro.
Dove successe questo?
Tranquilli, là fuori.
Dai, là fuori,
più fuori del fuori.
Dove finiscono i campi di pomodori.
Dove è impossibile sentirsi soli,
nel mare, dove galleggiano i fiori.
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