ANTISCENICA
presenta:
D’AMORE E DI PERIFERIA
Progetto e regia di Andrea Lanzini, Carlo Sciannameo, Elisa Buonomo
Drammaturgia originale di Andrea Lanzini
Musica originale di Carlo Sciannameo
Un uomo
La sua voce
I suoi pensieri
Una donna
Il suo corpo
La sua affermazione
Un basso
Il suo suono
Le sue suggestioni
Un uomo si incontra e non si riconosce.
Un primo doloroso abbandono lo risveglia dal torpore e dalla sicurezza di tanti anni passati accanto alla donna che voleva sua accanto a . Le sensazioni e i ricordi diventano vividi e si mescolano in un vortice emozionale che sembra non avere pace. La promessa di una fine innocente sfuma così nell’orgoglio e nei risentimenti: un ultimo saluto carico di rabbia verso l’ombra di una donna che diventa sempre più invisibile. Sono il tormento ed i rimorsi a tenerlo sveglio di notte mentre vaga senza meta alla ricerca disperata di qualcosa che possa porre quiete alla sua anima solitaria. La rabbia come sempre chiude le porte ai sentimenti incatenando il cuore e chiudendolo al mondo esterno. Sarà un incontro con una donna a creare un inaspettato momento di poesia e a sciogliere queste catene.
“Ho steso righe
per abituarmi all’idea
di non averti più con me.
Ho fatto finta
che tra di noi
non sia mai esistito
l’amore,
scordarsi l’uno dell’altro
mi fa paura.
Oggi penso di volerti
vedere
e che mi manchi da
impazzire,
stendo queste righe
per scordarmi l’anima
dal bene dei ricordi.”
“Di cosa voglio che parli?
Di te.
Parlami di te
dei tuoi problemi
della tua storia andata a rotoli
per colpa di un dolore
lontano dal tuo.
Mostrami chi sei
senza l’uso di una maschera.
Apri la tua bocca unita alla tua
anima.
Voglio sapere cos’è
che non ti fa respirare
che ti toglie il sonno e la gioia.
Parlami di te non avere paura.
Non sono qua a giudicare solo ad
ascoltare,
per non pensare, per avere a che fare
con un dolore lontano dal mio.”
Come in un libro le azioni tra i due sfogliano pagine di connessioni, segreti, gioie condivise, tenerezza, malinconia e tranquillità: risvegliando in un soffio ciò che fino a quel momento ardeva solo come brace. Sarà nuovamente il capitolo del passato a reclamare il suo posto, credendo arrogante che tutto appartenga a lui, costringendo l’uomo ad intraprendere di nuovo una via solitaria con desideri più altalenanti ed in netto contrasto tra loro. Ormai in caduta libera, senza alcun freno o controllo, si lascia andare ad un susseguirsi di incontri con donne diverse sprofondando così nel suo essere animale, fragile e meschino, avido di vita, ego libidinale bramoso di creazione e di possessione. Gli eventi corrono in fretta sullo sfondo di una città inconsapevole e l’ uomo adesso vive la condizione di chi è solo fra l’instabile capacità di mantenere l’equilibrio e la chiara consapevolezza di essere già in picchiata, mai esente dalle conseguenze dei propri errori.
“La paura
ed io che non voglio ascoltare
il mare
qualche volta si rompe
con le mani tra i suoi capelli
nel sentire il potere
degli angeli
sentire i desiderio
cieli azzurri
e poi
apro gli occhi
una sorpresa.
Oh mio Dio
non è semplice.
Sono un uomo
sono la sua vita
o sono la sua battaglia?
Credi che sia diventato pazzo?
Dovresti sapere che ogni dolore
ha il suo prezzo.”
“Sono contento che tu ti sia
liberata di me perché mi hai
liberato da me
risveglia, chiarifica le sensazioni.
colmo vuoti
leggo, parlo poco, scrivo di più.
Sono vuoti da colmare
la noia delle ore
tra nebbia freddo e fame
cavalcavia dell’anima
in sorpassi audaci.
Sono vuoti da colmare
l’assenza delle ore,
quante compagnie perse nel tragitto
che neanche io
le so più contare,
rimane un forte dolore
e qualche ricordo
che provo ad immaginare.”
Sulla scena
Una voce narrante legge e racconta I pensieri del protagonista con il supporto di una deum machine.
Un bassista sonorizza live le suggestioni evocate.
Una donna si eleva al centro del palco affrontando il suo percorso di rinascita fino all’affermazione del suo essere
“A te come va con l’aria, la riesci ancora a non respirare?”
Contatti:
antiscenica@hotmail.com
3476847391
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